Fratelli  MASSA

Giuseppe, Leonardo e Ignazio

L'opificio dei fratelli Massa attivo nel XVIII seco (1700) ebbe produzione di grande spessore artistico.

E' necessario sottolineare anche la collaborazione che si instaurò tra alcune officine, in particolare con quella dei Chiaiese i Massa assumono un'importante commissione da parte della Corte per la pavimentazione della villa e della Reggia di Capodimonte.
La collaborazione si intensifica, e nel 1759 Ignazio, con Giuseppe Massa, i Barberio e gli Attanasio, lavorano insieme al rivestimento della cupola del Sedile di Porto, poi andato perduto.
Una figura che si distacca dal repertorio di gusto rococò di famiglia, è quella di Leonardo Chiaiese. Un artista definito da G. Donatone "trasognato naif ante litteram" per il suo modo fantastico improntato ad una vena naturalistica.  La sua prima opera autografa è il pavimento del comunichino della chiesa di Suor Orsola Benincasa (1743). Nello stesso convento si conservano due decorazioni parietali da cui risulta evidente che Leonardo cercava di non servirsi dei cartoni, ma di ricorrere alla propria ispirazione ed inventiva. Si tratta di un pannello con la figura di Giobbe, e l'altro con la Samaritana al pozzo. E' un'opera autografata e datata 1761, il famoso pavimento della chiesa di S. Michele ad Anacapri. G. Donatone riconosce poi lo stile di Leonardo nell'inedito ininterrotto rivestimento parietale del convento di S. Giuseppe dei Ruffo. Si può dire che Leonardo, rimasto attivo sino a 78 anni, abbia dedicato tutta la vita alla professione di decoratore.  Gennaro, l'ultimo dei fratelli, fu un valente "faenzaro". Diresse per 3 anni la real fabbrica di maioliche, ma dopo la sua chiusura se ne perdono le tracce.
I figli dei fratelli continuarono l'attività di famiglia fino al 1848, ma il periodo di maggior splendore della manifattura è quello del secolo precedente, quando i pavimenti dei Chiaiese invadono la Sicilia influenzando il gusto locale. 
tratto da "Le Riggiole"
Virginia Catanesi